L'art. 111 della Costituzione stabilisce che la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge e che ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo e imparziale. Tali disposizioni valgono per ogni tipo di processo e quindi anche per il processo tributario.
Un vero processo è del resto veramente tale solo se i suoi protagonisti (il giudice e le parti) sono professionalmente preparati, non solo nel merito delle questioni in discussione, ma anche ad affrontare l'udienza e i suoi meccanismi. E ancor prima la delicata fase della mediazione, ora estesa anche agli enti locali. Sia i professionisti abilitati all'assistenza tecnica, sia i rappresentanti in giudizio delle Agenzie fiscali e degli altri enti impositori presenti nel processo tributario dovrebbero quindi essere in grado di affrontare efficacemente l'agone processuale, in modo da migliorare la qualità del contraddittorio e quindi, di conseguenza, la qualità della giustizia fiscale.
A distanza, ormai, di quasi 25 anni dalla riforma del 1992 e dopo il recente restyling ad opera del Dlgs 156/2015, in attuazione della legge delega, è tempo dunque che anche il processo tributario trovi la sua definitiva dignità giurisdizionale, anche considerato che in tale processo vengono affrontate questioni spesso più complesse ed economicamente più rilevanti di quanto accada in altri tipi di processi.
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